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                 V A L A R
panoramica VALAR
Piccola località del comune di Pergine Valsugana in quel di Trento, talmente piccola che è sconosciuta anche dagli abitanti delle zone limitrofe e difficilmente la troverete con il navigatore.
Da qui si può ammirare in primo piano il Castello, la piana del Perginese e sullo sfondo lo splendido gruppo del Brenta.
E' stata ,negli anni passati un po' abbandonata, basti pensare che l'energia elettrica è arrivata  dopo il 1964 mentre l' acquedotto è stato costruito nel 1963.
Il sole compare tutto l' anno, sorge  con calma l'inverno in compenso tramonta più tardi.
E' un luogo ventilato anche dalla nota "ora" del lago di Garda.
L'altitudine è di 723 m.  s. l. m.
Gli abitanti di Valar ed Assizzi compaiono menzionati nel più antico documento conservato presso l’Archivio storico del comune di Pergine Valsugana, ovvero un urbario del 1247 in cui sono elencati i beni della comunità di Pergine. La località di Arzisum e Valare era considerata la sede del gazum, ovvero della selva protetta esclusa dal taglio, per garantire la rigenerazione del bosco e la salvaguardia delle specie animali autoctone. Lo sfruttamento del bosco e dei suoi prodotti (legna, foglie, castagne e piccoli frutti), insieme al pascolo, rappresentavano infatti nell’antichità le principali  fonti di sussistenza per le antiche comunità locali. Un delegato eletto tra i capifamiglia della comunità, il così detto  saltaro, vigilava sulle aree protette e sullo sfruttamento generale dei boschi, in base alle disposizioni della Carta di regola, comminando multe e denunciando eventuali trasgressori all’autorità superiore. L' abitato sovrastante di Vignola, oggi comune autonomo insieme a Falesina, poteva contare anche sulle risorse minerarie. Rinomate erano infatti fin dal XIV sec., le miniere di argento e piombo, tanto che nel 1330 Enrico, conte del Tirolo, autorizzò il boemo Nicolaus Paswicz e la sua Compagnia a cercare argento nel bacino perginese, con particolare riguardo alle zone di Viarago, Falesina, Frassilongo e Vignola. Nel 1430 Pietro Svizzer  aprì a Vignola una nuova miniera in cui furono rinvenute tracce d’oro. Il crescente afflusso di imprenditori soprattutto di area tedesca, la richiesta di licenze per l’estrazione, la lavorazione e lo smercio dei metalli, resero necessaria all’inizio del sec. XVI l’istituzione a Pergine di una Casa Mineraria, sede del giudice o vicario minerale e supremo delle selve, con il compito di disciplinare il settore, riscuotere i tributi e dirimere le non rare contese tra le diverse Compagnie per lo sfruttamento dei giacimenti. Di li a poco però, la scoperta del nuovo mondo diede un duro colpo all’industria mineraria europea dell’età di mezzo. La gente ritornò alla primitiva attività agricola e nel giro di pochi decenni dei manufatti rimanevano solo vecchi scavi e miniere in pessime condizioni.
cane buffo
Dalle ricerche effettuate presso i mappali austriaci nell' archivio del Castello del Buonconsiglio a Trento ,il primo insediamento risulta essere in data ignota ma comunque intorno al 1200, una mappa austriaca del 1500 lo segnala, mentre il  Castello  di  Pergine  ,che è di fronte, non è ancora visibile. Ci sono tracce di un primo edificio  nella parte sud delle attuali costruzioni, e si può constatare che le altre sono  state aggiunte in epoche diverse, verso nord. L' architettura  è quella di un tempo ovvero condizionata dalle possibilità finanziarie, e dei materiali a disposizione presenti in luogo. Certo è che il capomastro fungeva da geometra, da ingegnere, da architetto...e le case non sono mai cadute da sole. Nel corso dei secoli lentamente tutto ha subito delle mutazioni che permettevano alla gente del posto una vita più agiata.
Oggi si vive ancora qui, in un posto che non è quello di una volta, ma a cui assomiglia molto, mantenendo la sua unicità di insediamento medievale di gente povera.
Si narra che durante un lavoro di ultimazione della chiesa  Arcipretale di Pergine  servissero altre offerte da parte della comunità e, per questo gli incaricati si portarono di casa in casa .
Arrivati qui ,rimasero perplessi dall'offerta di un abitante di quel tempo,... una composizione floreale. Si portarono  i fiori  a casa, e quando furono appassiti comparve all' interno un involucro contenente una cifra considerevole.
Questo signore dedicava gran parte del  suo tempo alla coltivazione  dei fiori in tutte le stagioni.
Aveva una serra di cui il lato nord era  costituito da roccia dalle cui viscere usciva aria a temperatura mite e costante in tutte le stagioni, cosi in pieno inverno aveva delle bellissime rose che spediva a una famiglia  nobiliare inglese.
commemorazione secolo ventesimo
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